Sfogliando le tante pagine scritte, succede di ritrovarsi con le dita unte d’olio o di cioccolato.
Di trovarne qualcuna che profuma ancora di rose, di mandarino e di caffè.
Di non riconoscere, a tratti, la nostra stessa calligrafia.
Di riscoprire unicorni e stelle cadenti.
Di viaggiare tra maghi e cavalieri, incantatori e ciarlatani, acrobati e fuorilegge.
Di attendere (im)pazienti in fila il proprio turno per abbracciare quello spicchio di felicità che tanti sognano, molti sfuggono, qualcuno decanta e pochi assaporano.
Di spolverare ricordi cacciati a forza in un cassetto di cui la chiave, seppur gettata via, troneggia immobile al suo posto.
Di cadere in torbide paludi da cui a stento riusciamo a liberarci di nuovo.
Di essere scottati dal sole e travolti dalla pioggia.
Di correre, saltare, volare fino alle nuvole ed oltre per poi sprofondare lasciando un solco molto più grande di noi.
Ma sopratutto di stupirsi di quanta forza e coraggio siamo stati capaci.
Spesso, quello che gli altri ignorano di noi, è ciò che chiamiamo vita.
Semplicemente me.